Ecco alcune indicazioni importanti per scegliere il professionista giusto per te, tutelando la tua salute mentale.

Ti faresti curare da un “medico” non laureato in medicina e non iscritto all’Albo dei medici?
Probabilmente no… e allora perché in psicologia dovrebbe essere diverso?
Oggi il “mercato” propone tutta una serie di figure che, a vario titolo, si occupano di promozione di benessere e supporto nelle più svariate difficoltà emotive e/o relazionali, ma solo alcune di esse hanno le competenze adeguate e l’autorizzazione per poterlo fare.
In questo articolo vediamo insieme cos’è la psicologia, quali caratteristiche deve avere un professionista che si occupa di benessere psicologico e a cosa fare attenzione prima di affidarsi o affidare un proprio familiare.
Cos’è la psicologia?
La psicologia, così come la medicina, è una scienza, e per esercitarla occorre essere adeguatamente preparati. La psicologia, infatti, è la scienza che studia il comportamento umano e che cerca di comprendere ed interpretare i processi mentali ed affettivi sottostanti al comportamento stesso.
Essendo la psicologia un ambito molto vasto e complesso, per svolgere adeguatamente la professione di psicologo è necessario un percorso formativo lungo e qualitativamente adeguato.
Non tutti conoscono i requisiti che deve possedere un professionista che si occupa di benessere psicologico per esercitare la sua professione e non sempre c’è consapevolezza sul fatto che affidarsi alla persona sbagliata può esporre a seri rischi.

Chi è e cosa fa lo psicologo?
La professione dello psicologo è una professione sanitaria normata per legge.
Secondo la definizione che troviamo nella Legge 56/89: “la professione di Psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico, rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali ed alle comunità; comprende, altresì, le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.
Si rivolgono allo psicologo persone con difficoltà relazionali, esistenziali, lavorative, sessuali, psicosomatiche, affettive, familiari. Inoltre lo psicologo svolge, spesso, attività di consulenza in molte altre aree, oltre a quella clinico-sanitaria, ed ha un’importante ruolo nella promozione di benessere psicofisico e prevenzione di disagio.
Per poter esercitare occorre conseguire la Laurea Magistrale in Psicologia (5 anni totali di studio universitario, sostenendo due tesi, una triennale e una magistrale). Successivamente si deve svolgere un tirocinio professionalizzante annuale presso un ente convenzionato con l’Università per poi essere ammessi all’Esame di Stato.
Superato l’Esame di Stato (step per nulla scontato) si ottiene l’abilitazione alla professione e, per praticare l’attività, ci si deve iscrivere all’Ordine degli Psicologi presso l’Albo regionale di appartenenza.
Vediamo, quindi, che il percorso è lungo e impegnativo, ma è necessario data la complessità della materia. Non ci si improvvisa psicologi, e non ci si può occupare adeguatamente della salute psicologica delle persone se non si possiede una adeguata preparazione.

Il codice deontologico: strumento a tutela della professione dello psicologo e dell’utenza
Lo Psicologo, in quanto appartenente per legge a un Ordine Professionale, deve sottostare ai principi del Codice Deontologico, il quale prescrive azioni e comportamenti a garanzia di un esercizio professionale corretto e a tutela dell’utenza.
Fra gli altri, particolarmente importanti da questo punto di vista risultano gli imperativi etici degli art. 3 e 22, che impongono di non ledere e non usare la professione per vantaggi personali bensì, all’opposto, di utilizzare le proprie conoscenze per promuovere il benessere psicologico delle persone. A tal fine risulta necessario, come richiesto dagli artt. 5 e 7, sottoporsi a un continuo aggiornamento nella propria disciplina e basare sempre e comunque il proprio operato su precisi riferimenti scientifici.
Il professionista è sottoposto ad un rigoroso controllo da parte dell’Ordine di appartenenza che vigila e interviene sul suo comportamento, qualora non conforme alle norme contenute nel Codice Deontologico.

Perché è importante scegliere di affidarsi ad uno psicologo abilitato?
Come abbiamo visto, affidarsi a un professionista regolarmente iscritto all’albo fornisce agli utenti essenziali garanzie.
Proprio per l’estrema delicatezza degli ambiti è evidente che un inadeguato intervento può essere dannoso e anche molto pericoloso per la salute ed il benessere delle persone.
Per questo occorre avere chiara la differenza fra il professionista adeguatamente formato e abilitato, e una serie di altre figure non riconosciute, che non affrontano questo lungo percorso formativo, che non sono obbligate ad agire secondo criteri deontologici e tecnici ben definiti, che non devono rispondere del proprio operato ad un Ordine professionale né, tantomeno, sono tenuti ad aggiornamento continuo.
Negli ultimi anni, queste nuove professioni si sono sviluppate con estrema facilità nel nostro Paese a causa del minor impegno formativo richiesto e della facilità con cui si ottengono attestati di ogni tipo.
È evidente che tutte queste figure possono indurre confusione nei cittadini a causa dell’ambiguità dei modi in cui si presentano e delle pratiche che propongono, correndo spesso il grande rischio di sconfinare nell’ambito proprio della psicologia.

Ricorda: quando ti rivolgi a un professionista è importante verificare la sua iscrizione all’albo (lo puoi fare digitando il suo nome sul sito dell‘Ordine Nazionale degli Psicologi).
Se ti accorgi che il professionista a cui ti sei affidat* non è abilitato alla professione di psicologo ma agisce come se lo fosse, oppure è abilitato ma agisce in contrasto con le norme del codice deontologico, segnalalo all’Ordine degli Psicologi della tua Regione in modo che possa effettuare i dovuti controlli.
“Nell’opinione comune, molti credono che la psicologia abbia una finalità eminentemente pratica, o manipolativa, ovvero riparativa: cioè credono che le teorie psicologiche servano o a controllare (per esempio a dominare le emozioni), o a curare. In realtà non è così. Solo una piccola parte della psicologia ha finalità pratiche. La gran parte di questa disciplina si occupa, invece, di descrivere, analizzare, spiegare. Prima di cambiare la realtà vuole conoscere come è fatta”.
G. Jervis