Essere resilienti significa riuscire a reagire alle sfide della vita traendo nuovi insegnamenti e migliorando la propria qualità di vita

Che cos’è la resilienza?
Il termine resilienza deriva dal latino “resilire” che significa risalire, ed è un termine trasversale a molti ambiti.
Nell’ambito della scienza dei materiali, “resilienza” indica la proprietà di alcuni elementi di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originale dopo essere stati deformati. In biologia e in ecologia la resilienza esprime la capacità di un sistema di ritornare ad uno stato di equilibrio dopo un evento avverso.
In psicologia la resilienza è la capacità di affrontare eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita di fronte alle difficoltà. Non si tratta, quindi, solo di resistere passivamente ma di una risposta attiva che si traduce in nuove potenzialità di crescita. L’individuo resiliente non è colui che minimizza ma che riesce a reagire alle sfide della vita trasformandole e acquisendo nuove competenze, migliorando e proseguendo nel percorso di crescita e realizzazione personale.
Resilienti si nasce o si diventa?
I primi studi sulla resilienza risalgono agli anni ’90 quando il gruppo dell’Università di Davis (California), guidato da Emma Werner, condusse una ricerca longitudinale di 30 anni su quasi 700 neonati dell’isola Kauai, nelle Hawaii. Secondo le loro previsioni, 201 soggetti avrebbero sviluppato problemi perché esposti a una serie di fattori di rischio, quali nascita difficile, povertà, malattie mentali, famiglie caratterizzate da alcolismo o violenza. E in effetti, i 2/3 del campione confermarono le ipotesi mostrando, all’età di 18 anni, importanti difficoltà di apprendimento, oltre che di adattamento sociale.
Tuttavia, 1/3 del campione aveva smentito le previsioni dei ricercatori. 72 neonati, infatti, erano diventati adulti in grado di instaurare relazioni significative, ben adattati nel lavoro e nelle relazioni e capaci di cogliere spunti per migliorarsi e crescere. Quali erano state, allora, le condizioni che avevano permesso a questi bambini di disattendere l’ipotesi degli studiosi?
Il gruppo della Werner evidenziò come l’aver ricevuto da persone significative un’accettazione incondizionata e l’aver saputo attribuire senso e significato alla vita avesse reso questi soggetti “immuni” agli stressor cui erano stati sottoposti, promuovendo in loro un processo di resilienza.
La resilienza, dunque, non è un tratto stabile e immodificabile della personalità ma richiede una serie di comportamenti, pensieri e atteggiamenti che possono essere appresi e sviluppati in ciascun individuo. La resilienza è una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all’esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al cambiamento dei meccanismi mentali ad essa collegati.

Le caratteristiche di una persona resiliente
Vi sono alcune caratteristiche personali che rendono più probabile una risposta resiliente alle sfide della vita:
tra queste, un ruolo importante è giocato dall’ottimismo, non inteso come tentativo di banalizzare le avversità ma, al contrario, come la capacità di considerare i problemi come una componente inevitabile della vita. Il soggetto ottimista interpreta le difficoltà come transitorie e non unicamente dipendenti dalla sua responsabilità, bensì come frutto del concorso di più variabili, alcune delle quali fuori dal suo controllo.
Anche l’autostima e l’autoefficacia rappresentano caratteristiche che rendono più probabile una risposta resiliente. Le persone che hanno un senso di valore personale e si attribuiscono un certo grado di controllo sugli eventi esterni, credendo di avere le risorse necessarie per affrontarli, saranno maggiormente resilienti. Allo stesso modo, chi riconosce nei problemi e nelle avversità una sfida, piuttosto che una minaccia, riuscirà a considerare i cambiamenti come opportunità di crescita e non come qualcosa a cui arrendersi.
Un’altra componente importante è l’umorismo, inteso come l’attitudine a prendere le distanze da circostanze avverse e mantenere la lucidità necessaria per risolvere i problemi. L’umorismo rappresenta una risposta funzionale allo stress perché ne riduce l’impatto negativo, producendo endorfine (ormoni del benessere)..

Come possiamo essere più resilienti?
La resilienza è una caratteristica che può essere coltivata. Ciò non vuol dire che si passerà attraverso alcuni eventi senza sofferenza o dolore, ma sarà possibile creare una sorta di “barriera” di protezione che offrirà gli strumenti più adatti per affrontare eventi negativi. Cosa possiamo fare in pratica?
Ecco 7 suggerimenti utili:
1 Sii realista
E’ importante mantenete le cose nella giusta prospettiva adottando un pensiero realistico e identificare le aree di pensiero irrazionale, come la tendenza a catastrofizzare i problemi o a supporre che il mondo ce l’abbia con noi.
2 Accetta il cambiamento
Accettare di non poter raggiungere alcuni obiettivi a causa di situazioni avverse o che alcune circostanze non possano essere cambiate può aiutare a concentrarsi su ciò che, invece, possiamo modificare.
3 Agisci
È utile riconoscere e accettare le proprie emozioni durante i momenti difficili, ma è anche importante chiedersi: “Cosa posso fare per risolvere questo problema?”. Utilizza le tue energie per cercare una via d’uscita: agire, infatti, ti permetterà di avere una visione più ampia dei tuoi obiettivi e delle possibili soluzioni. Se i problemi sembrano troppo grandi per essere affrontati, può essere utile scomporli in pezzi più gestibili ed affrontarli uno alla volta.
4 Impara dal passato.
Guardando a chi o cosa è stato utile nell’affrontare i precedenti momenti di difficoltà, potremmo capire come rispondere efficacemente a nuove situazioni difficili. Ricordare i successi passati e ciò che abbiamo imparato dalle avversità superate ci darà slancio e forza per affrontare le sfide attuali.
5 Favorisci il tuo benessere
La cura di sé è importante per la salute mentale e la costruzione della resilienza. Uno stile di vita sano può rafforzare il corpo per meglio far fronte allo stress. Anche scrivere un diario, fare yoga e dedicarsi a pratiche come la meditazione può aiutare a creare connessioni e a ripristinare la speranza. Quando scriviamo, meditiamo o preghiamo, riflettiamo sugli aspetti positivi della nostra vita e ricordiamo le cose per cui siamo grati, indipendentemente dalle prove che stiamo attraversando.
6 Tieni viva la speranza.
È difficile essere positivi quando la vita non va come desideriamo ma una prospettiva ottimistica permette di aspettarci che succederà qualcosa di buono, distogliendoci dalla negatività. E’ utile provare a visualizzare ciò che vogliamo piuttosto che preoccuparsi continuamente di ciò che temiamo.
7 Condividi e chiedi aiuto
Essere resiliente non vuol dire essere un supereroe. Chiedere aiuto e parlare dei propri problemi con qualcuno può essere molto utile. Esporre un dubbio o un problema ad alta voce aiuta a far chiarezza anche dentro di sé.